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Partendo dal pensiero di Dylan Thomas secondo il quale "Il mondo non è più lo stesso dopo che una buona poesia gli si è aggiunta", Pizzi Cannella (1955, Rocca di Papa) dipinge un quadro e intitola un libro "La colazione del poeta". È un pretesto per parlarci di sé e della sua pittura: "Quando dipingo penso alla tela come a tutto il mondo possibile'. La pittura non è come le altre 'arti', è qualcosa di più, è la 'strada Maestra', una questione di vita o di morte". Concepire l'arte in termini di non-confine tra le sue possibili forme, pone l'autore di questo volume della Collana "Scritti d'artista" nella posizione ottimale di concludere le sue preziose pagine con versi "rubati" ad un Anonimo ischitano sulla teoria (e messa in pratica) del porzionare il famoso coniglio in famiglia: siamo nel XIX secolo e tutti ne avranno un po', ma seguendo la regola a piramide del Capo e del più anziano. È così anche per l'arte? Chi più ha vissuto, meglio sa dove trovarla per cibarsene?